Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me
Libro di Cielo Vol. 31 - Luisa Piccarreta
25 Dicembre 1932
Fiat!!!
La nascita del Pargoletto Gesù fu universale, nacque in tutto ed in ciascuno. Come per tenerci sicuri, venne a coprirci con la veste della sua Umanità. Esempio del sole.
Il mio abbandono nel Fiat continua ed essendo oggi il giorno del Santo Natale, ho passato tutta la notte senza vedere il mio celeste bambino e ho sentito uno schianto nel cuore senza Colui che forma la mia vita ed il mio tutto.
Ah! vivere senza Lui è vivere come se non si avesse vita, torturata, senza forza, senza appoggi, vivere senza Lui è la più terribile delle morti per la povera e piccola anima mia e tra le ansie ed il timore, ho pregato il Voler Supremo che mi svelasse Colui che mi ama e che forma il mio duro martirio.
Onde in questo mentre, la mia mente è stata come rapita da una luce immensa, che riempiva Cieli e terra ed oh! meraviglia, ho visto il piccolo bambino divino rinato in ogni cosa creata, in ogni cuore, in tutto, il piccolo pargoletto Gesù moltiplicato, bilocato, rinato nel modo infinito, in tutto ed in ciascuno, sicché tutti avevano il bene di sentire nato in loro il celeste bambino.
Oh! com’era bello vederlo piccino, piccino nel sole, nelle stelle, in tutti gli elementi, nelle creature tutte, mentre tutti inneggiavano ed avevano il grande onore, il bene immenso di essere rinato in ciascuno e di possedere come proprio il dolce pegno del bambinello Gesù.
Onde tra la meraviglia e lo stupore, ho visto che anche in me era nato Colui che con tanti sospiri ed ansie cercavo, l’ho stretto forte forte fra le mie braccia e Lui mi ha lasciato fare, anzi godeva che facessi ciò e, tutto tenerezza, mi ha detto:
«Figlia mia, amami, amami, sono nato per amare e per essere amato e per farlo da Dio la mia nascita è universale, non l’avrei fatto da Dio se non fossi rinato in modo universale, in modo che tutti potessero dire coi fatti:
«Il celeste infante è nato per me, è mio ed è tanto vero che già lo posseggo.»
Il mio amore resterebbe inceppato se non avessi potuto rinascere in tutti, la mia potenza limitata, la mia immensità ristretta, se non fosse universale la mia rinascita e non è meraviglia, come la mia Divinità riempiva Cieli e terra, così incorporandosi nella mia piccola Umanità, la moltiplicava e bilocava in modo da farmi rinascere in tutti ed in ciascuno.
Sono i nostri modi divini ed infiniti che abbiamo, in modo che tutti devono prendere il bene che facciamo ed essere pregni delle opere nostre.
Molto più che Io, sceso dal Cielo in terra, volli prendere umana carne per glorificare completamente la gloria del Padre Celeste, per supplire a tutto ciò che l’uomo non aveva fatto, ecco perciò la mia piccola Umanità volle rinascere anche nelle cose create, perché l’uomo non ci aveva dato la gloria, il contraccambio dell’amore.
Siccome avevamo creato un cielo, un sole e tante altre cose, la mia Umanità rinascendo in esse, glorificava il mio Padre Celeste completamente di tutta l’opera della Creazione.
L’uomo col respingere la mia Divina Volontà si era reso impotente a tutto ed Io venivo per essere il suo salvatore, riparatore, glorificatore, difensore e lo coprivo dentro la veste della mia Umanità, per tenerlo sicuro e per poter rispondere in ogni cosa Io per lui al mio Padre Celeste.
Era tanto il mio amore, che la mia Divinità per dare uno sfogo al mio amore, mi portava a nascere in ogni cuore ed in tutte le cose, tanto è ero, che i primi a riconoscermi ed a inneggiarmi furono le cose create, perché sentendo la mia nascita in loro tripudiarono di gioia e mi fecero festa.
Sai tu chi sono coloro che mi fanno festa nel nascere nei loro cuori?
Coloro che posseggono la mia Divina Volontà, questi avvertono subito che Io son nato nei loro cuori e mi fanno festa perenne, invece gli altri mi fanno piangere, mi danno dolore e col peccato mi preparano il coltello per ferirmi o per uccidermi.»
Dopo ciò io sono rimasta tutta immersa nel suo amore, la scena commovente della nascita del celeste bambino così universale ed in ciascuno, mi faceva comprendere chissà quante cose, ma credo che sia meglio passarle in silenzio, perché, non sapendole dire bene, potrei spropositare.
Onde per fare la festa al celeste Infante mi sono abbandonata tutta nella Divina Volontà e Lui è tornato di nuovo, ma era tanto grazioso, d’un beltà sì rara, che non si trova un’altra simile e, chiudendosi nel mio cuore tutto amore, come luogo della sua nascita ha ripetuto in me i suoi pianti infantili, i gemiti amorosi, i suoi singhiozzi ripetuti.
Oh com’era commovente vederlo ora piangere, ora singhiozzare, ora vagire!
Faceva il primo ingresso di rinascita in ciascuno ed in tutto, con le armi delle sue lacrime, con gli stratagemmi dei suoi singhiozzi, con le preghiere dei suoi vagiti, con ciò si faceva rapitore ed a via di rapire con la forza di un Dio che possedeva, entrava nei cuori per formare la sua rinascita novella.
Oh! Cieli, inchinatevi ed insieme con me amate ed adorate il celeste infante.
Ma mentre la mia mente si sperdeva in un mistero così grande, il dolce bambinello, tra le lacrime ed i singhiozzi, misto ad un celeste atteggiamento di sorriso ha soggiunto:
«Figlia benedetta, la mia nascita non solo fu universale, perché come Dio non poteva fare diversamente, ma mi trovai nella condizione del sole.
Vogliano, o non vogliano, tutte le cose create, la Creazione tutta e tutte le creature devono ricevere la sua luce, il suo calore; dall’alto dove discende col suo impero di luce e con la sua supremazia che ha su tutti e su tutto, pare che il sole dica nel suo mutismo, ma più forte che se parlasse:
«O mi ricevi con amore, o ti investo coi diritti che posseggo di darti luce e se non mi vuoi ricevere, ti circonderò da tutti i lati, in modo che non potrai sfuggire alla mia luce ed avrò la grande gloria che a tutti ho dato la mia luce.»
Simbolo della mia nascita, è il sole, perché anch’esso rinasce in tutti i giorni per tutto e per ciascuno ed Io non solo rinasco in modo universale, ma mentre rinasco faccio un’invasione, non solo rinasco nel cuore, ma invado la mente coi miei pensieri, gli occhi con le mie lacrime, la voce con i miei vagiti, in modo che faccio l’invasione universale di tutta la creatura, la prendo da tutti i lati, affinché non mi possa sfuggire; se le creature mi ricevono con amore, la mia vita non solo nasce in esse, ma cresce in modo sorprendente, se poi non mi ricevono con amore, rinasco in loro con i diritti di Dio che posseggo, ma non cresco in loro, rimango piccino e solo e rimango in riserva, aspettando e sperando che con i miei vagiti e lacrime si inducano ad amarmi e se non riesco con ciò, la mia vita si cambia per loro in giustizia.
Ed oh come si strazia il mio cuoricino nel vedere la mia nascita tutto amore cambiata in giustizia per la povera creatura!
Quindi, giacché son nato in te, dammi il bene di farmi crescere, così cambierai in gioie le mie lacrime ed i miei vagiti.»
Fiat!!!